LA NOSTRA STORIA

LA GIOVINEZZA 1984-1988

Il quinquennio che ora si presentava avrebbe racchiuso tutto un insieme di circostanze, volute o casuali, tali da caratterizzare lo sviluppo del nostro Circolo sia nella sua autonomia operativa, sia in interventi nell'ambito sociale cittadino, sia in una continua ricerca di perfezionamenti di carattere prevalentemente organizzativo.

Era questo il periodo nel quale fatti contingenti, legati ai mutamenti che si prospettavano negli ambiti dell'assistenza sanitaria cittadina, particolarmente nelle strutture cardiologiche, avrebbero determinato l'allontanamento della sede sociale del Circolo Sweet Heart dal Centro della Riabilitazione del Cardiopatico, e successivamente il trasferimento di quest'ultimo dalla struttura ospedaliera della Maddalena a quella attuale presso l'Ospedale Maggiore.

È notevole il fatto che la prospettiva di questo distacco, sebbene preannunciato e quindi ampiamente previsto, causava nell'ambito della collettività sociale un trauma di carattere psichico, curiosamente simile a quello che si nota generalmente in una singola persona nel momento che viene dimessa da un reparto cardiologico: un senso inconscio e latente di ansia e di insicurezza per il venir meno di una assistenza materialmente vicina e diretta. Questa prospettiva causava vivaci e contrastanti reazioni da parte dei Soci. Conseguentemente comportava da parte degli organi dirigenti del Circolo una serie di interventi presso le autorità sanitarie cittadine e regionali, con ricerche di varie e possibili soluzioni alternative onde evitare questo stacco ritenuto traumatico.

In effetti, l'allontanamento dal Centro della Riabilitazione veniva ad interrompere quel contatto immediato e diretto che facilitava la continuità del passaggio dalla fase riabilitativa a quella di mantenimento, quindi la automatica acquisizione di nuovi soci; veniva ancora a mancare quel contatto quotidiano con lo stesso dott. Gori ed il suo personale medico, paramedico e fisioterapico che permetteva scambi di opinioni, consigli, aggiornamenti ed assistenza continua; infine veniva ad interrompersi quel rapporto visivo e materiale che sussisteva tra i soci ed il Consiglio Direttivo, come pure tra i vari soci stessi. Questa serie di problemi veniva a risolversi automaticamente con il dover accettare, obtorto collo, decisioni inevitabili. Di conseguenza nascevano nuovi problemi da esaminare, risolvere, attuare. Il tutto richiedeva una certa rapidità di esecuzione, non priva di temi logistici ed economici, relativa alla ricerca della nuova sede, che si desiderava il più possibile vicina all'Ospedale Maggiore. Questa veniva reperita e presa in locazione in via Massimo D'Azeglio; si trattava di ambienti precedentemente adibiti ad officina meccanica che richiedevano opportuni lavori di ristrutturazione eseguiti in economia dal Circolo stesso. Debitamente arredata, la nuova Sede entrava in piena attività nel 1986.

Problemi, non meno importanti, venivano posti dai corsi della ginnastica di mantenimento gestiti in proprio dal Circolo. Principale problema era la ricerca, che si rinnovava di anno in anno, di ambienti atti a poter svolgere questi corsi. Carenza di palestre, sistemi burocratici sclerotizzati, indifferenza delle autorità preposte, obbligavano a delle trasmigrazioni annuali di questi corsi e talvolta a ritardi iniziali. Infatti, i corsi, cominciati nel 1983 nella scuola elementare Dardi di via Giotto, qui proseguivano nel 1984. Nel 1985 venivano trasferiti presso l'ITIS, che metteva a disposizione non una palestra ma un ambiente destinato a teatrino e per di più sprovvisto di spogliatoi. Si ritornava alla scuola Dardi nel 1986, per passare l'anno seguente presso la scuola media Julia di viale XX Settembre. In compenso, aumentavano le richieste di usufruire dei corsi della ginnastica di mantenimento, che ormai si suddividevano in tre turni sovraffollati. Le funzioni di istruttori, per economicità, venivano svolte volontariamente da alcuni soci che ritenevano di aver debitamente assorbito i sistemi di ginnastica svolta dai fisioterapisti del Centro della Riabilitazione del cardiopatico. Anche la nuova Sede sociale presentava (e presenta tuttora) delle difficoltà e degli svantaggi non indifferenti dovuti alla limitata capienza. È evidente che i bilanci del Circolo, sempre limitati, non avevano permesso il reperimento di un ambiente provvisto di luoghi da poter adibire a sale di riunione, di lettura, di giochi, come normalmente usufruiscono circoli od associazioni similari. Conseguentemente la ristrettezza della sede non offriva l'opportunità da parte dei Soci di poterla usualmente frequentare e goderne gli usi.

Ne conseguiva il fatto che i Soci non volevano o potevano frequentare i corsi della ginnastica di mantenimento e tendevano a disinteressarsi delle attività del Circolo, allontanandosene. Unico sistema per ridurre questo handicap consisteva nel mantenere, rafforzare, migliorare quelle che sono le normali attività sociali, nel tentare di crearne delle nuove, nell'espandersi nell'ambito cittadino facendo conoscere i nostri servizi e propagandone gli scopi.

Proseguivano le partecipazioni alle varie marce non competitive, si ampliavano le gite turistiche con visite alle strutture cardiologiche dei luoghi visitati (rimarchevoli quelle a Bergamo, a Monaco di Baviera, a Vienna), si curavano ulteriormente le visite mensili ai degenti nei reparti della cardiologia e della cardiochirurgia, si sviluppavano conferenze atte alla sensibilizzazione delle malattie cardiovascolari (notevole quella tenuta al Burlo Garofolo dal prof. Alfredo Calligaris sul tema "L'attività fisica nell'uomo giovane-adulto infartuato"), si susseguivano i premi e le borse di studio, si effettuavano i controlli sulla pressione, ecc. ecc.

A completamento di tutte queste attività, chiamiamole di routine, il Circolo Sweet Heart creava nel 1984 le "Giornate del cuore" aventi lo scopo, secondo una delle finalità sociali, di diffondere forme preventive e riabilitative delle malattie cardiovascolari e di sensibilizzare i cittadini sull'incidenza a carattere sociale di queste malattie. Ugualmente con queste manifestazioni lo Sweet Heart tendeva a presentarsi alla città quale componente laica accanto alle strutture cardiologiche che operavano con piena competenza ed efficienza a Trieste. La presentazione di queste prime "Giornate del Cuore" veniva pubblicizzata con la distribuzione nei negozi cittadini di opportuni depliant e dalla affissione di manifesti. La prima manifestazione di queste giornate aveva un corso di tre giorni e veniva svolta nel padiglione delle conferenze presso la Fiera di Trieste. Durante questo periodo si svolgeva una serie di conferenze di carattere medico, concernenti le malattie cardiovascolari ed i sistemi preventivi e curativi. Si effettuavano, da parte del personale della cardiologia, dimostrazioni di interventi in caso di arresto cardiaco, si eseguivano elettrocardiogrammi, misurazioni della pressione. Si presentava una mostra sulle attività del Circolo e sulle sue finalità, corredata da fotografie e filmini esplicativi.

Queste prime giornate furono gratificate da una eccezionale presenza di pubblico e di autorità. Negli anni successivi le "Giornate del cuore" avevano luogo in idonee postazioni, sistemate per lo più in tende da campo, consistevano in offerte al pubblico di depliant divulgativi, e si eseguivano le misurazioni della pressione arteriosa grazie all'assistenza assidua e fraterna del personale della cardiologia. Nell'ambito cittadino queste manifestazioni si svolgevano non contemporaneamente in piazza Unità, piazza Goldoni, via delle Torri ed in Campo S. Giacomo. Una postazione veniva fatta pure a Muggia.

Sempre nel 1984, dopo ripetuti ed inutili interventi presso le autorità regionali e cittadine, onde evitare la paventata chiusura del reparto della cardiochirurgia del dott. Branchini, il Circolo proponeva ed organizzava una raccolta di firme da parte dei cittadini per sollecitare le autorità a rivedere la loro decisione. Questa campagna, supportata dalla stampa, da manifesti e dalle varie associazioni che si erano validamente affiancate alla nostra protesta, riusciva a raccogliere ben 72.734 firme di cittadini con il risultato di poter mantenere a Trieste il reparto di cardiochirurgia, tuttora validamente e felicemente operante. Invitato a partecipare alla trasmissione televisiva CHECK-UP, condotta dal noto giornalista Mario Trufelli, il Circolo inviava nel 1983 quattro suoi delegati, i quali prendevano parte ad una di queste trasmissioni che si svolgevano a Napoli. Conseguenza ne fu che il Circolo ebbe modo di presentarsi come l'unica associazione composta da cardiopatici.

Ma il far conoscere in campo nazionale l'esistenza di questo Circolo triestino, i suoi scopi, le sue attività, la sua storia, contribuiva automaticamente al sorgere in varie parti d'Italia di circoli od associazioni similari, le quali ripetutamente contattavano il nostro Circolo per ottenere notizie, dettagli, consigli o semplicemente per presentarsi. Successivamente queste varie associazioni, riconoscendo la nostra primogenitura, invitavano il Circolo Sweet Heart ad organizzare in Trieste un convegno nazionale delle associazioni di cardiopatici con lo scopo di costituire una federazione tra le stesse. Così il 28 giugno 1986, con la partecipazione di oltre venti tra le più importanti associazioni e di illustri clinici italiani e stranieri, sorgeva in Muggia la Federazione Italiana Associazioni Cardiopatici - FIAC.

Ottenuta nel 1984 la convenzione con la USL, il Circolo veniva riconosciuto ufficialmente quale Associazione di Volontariato Convenzionata. I delegati del nostro Circolo avevano modo di partecipare attivamente alle riunioni che, in ambito locale, si svolgevano periodicamente tra le varie associazioni convenzionate con la USL Triestina. Nel 1985, partecipando al Convegno Regionale delle Attività di Volontariato Convenzionato con le USL, che si svolgeva a Udine, il nostro Circolo aveva occasione di presentare una relazione consistente in uno studio atto a sviluppare una azione di collegamento e di coordinazione tra le sessanta associazioni e le dodici USL regionali presenti allo stesso convegno.

Altra caratteristica di questo quinquennio era la ricerca costante di migliorare le strutture organizzative, di acquisire una fisionomia il più perfetta possibile. Ma tutto ciò comportava la necessità di modifiche allo statuto sociale che pertanto subirà varie revisioni decise nelle Assemblee Straordinarie degli anni 1984, 1985, 1988.

L'Assemblea del 1984 presieduta dal notaio Camillo Giordano comportava, a richiesta dei soci partecipanti, una completa revisione dello statuto sociale originario (quello del 1978) con modifiche di carattere sia strutturale che organizzativo. Infatti, si cambiava la denominazione del Circolo che allo "Sweet Heart" vedeva aggiunta la sua traduzione italiana di "Dolce Cuore"; alle varie tipologie di soci veniva aggiunta quella di socio onorario; si aumentava il numero dei componenti del Consiglio Direttivo che passava da sette ad otto membri; tra gli organi sociali compariva il Collegio dei Probiviri; modifiche venivano fatte sulle modalità di convocazione delle Assemblee e sulle nomine dei loro Presidenti.

L'anno successivo, il 1985, si richiedeva una ulteriore Assemblea Straordinaria per aggiornamenti da apportar sulle figure dei Soci, dei Sindaci, dei Probiviri.

Data la relativa importanza delle modifiche non veniva richiesta la presenza di un notaio. Nella contemporanea Assemblea ordinaria veniva presentato ed approvato il Regolamento Elettorale.

Ben più importante, ed in un certo senso rivoluzionaria, risultava essere l'Assemblea Straordinaria convocata nel 1988 dal Consiglio Direttivo che era allora in fine di mandato. Questa Assemblea era stata richiesta onde ottenere modifiche sulle figure e mansioni dei componenti il Comitato Tecnico. Non era stata ritenuta necessaria la presenza del notaio.

Inaspettatamente, in apertura di Assemblea, veniva presentata una mozione, sottoscritta da novantacinque soci, con la quale si richiedeva che la Presidenza del Circolo, precedentemente votata nell'ambito interno del primo Consiglio Direttivo susseguente alle elezioni, venisse invece affidata automaticamente a chi risultasse avere ottenuto il maggior numero di voti derivato dalle elezioni dei componenti del Consiglio Direttivo. Dopo acceso dibattito, passata ai voti, questa mozione veniva accolta.

Nella successiva Assemblea Ordinaria, su proposta del Presidente di questa ed all'unanimità dei soci presenti, Arrigo Curiel Presidente del Circolo, in fine di mandato, veniva eletto "Presidente Onorario". Nelle elezioni che seguiranno, nuovo Presidente del Circolo risultava essere Aurelio Scrobogna.

Nel 1988 il Circolo Sweet Heart, compiva il primo decennio di vita, durante il quale la Presidenza era sempre stata affidata ad Arrigo Curiel. Questo decennio si era contraddistinto per le lotte a fianco ed a difesa della cardiologia triestina, per le continue ricerche e tentativi di migliorare, perfezionare ed onorare quelli che originariamente erano stati gli scopi della nascita del nostro Circolo. Necessariamente, date le circostanze, era stato un decennio condotto da una amministrazione forse poco attenta alle forme, poco fiscale o burocratica, ma senz'altro avente un carattere più garibaldino che tecnico: forse questa sua peculiarità è stata il suo merito maggiore che lo ha reso, almeno per me che lo ho vissuto, un magnifico decennio.

Ora si presentava il secondo decennio. Un nuovo nocchiero prendeva in mano il timone. Scrobogna veniva ad ereditare un Circolo attivo e fecondo, ma non per questo privo di problemi o di difficoltà. Si entrava nella seconda giovinezza. quella della maggiore età.

 

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